Incontro con l’autore prof. Fulvio Ervas
Lunedì 5 dicembre le classi quinte del Liceo delle Scienze Umane hanno partecipato all’incontro col Prof. Fulvio Ervas, autore del romanzo Se ti abbraccio non avere paura, al quale si è inspirato il film Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores.
L’incontro è stato favorito dalla Prof.ssa Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo presso l’Ateneo di Macerata che, avendo invitato Ervas ad un incontro pomeridiano in università, ha chiesto al professore la disponibilità ad incontrare noi allievi delle classi quinte; richiesta subito cortesemente accettata dallo scrittore. Dopo una breve presentazione personale, nel corso della quale ha posto in rilievo la difficoltà, il disagio ed anche il senso di impotenza che coglie un genitore nel momento in cui apprende di avere un figlio affetto da una patologia ad alta compromissione, Ervas ha raccontato come sia nata l’idea di scrivere il libro. Il romanzo narra un viaggio di tre mesi in sella alla moto, totalmente all’avventura, vissuto dall’imprenditore Franco Antonello e suo figlio Andrea, un giovane affetto da disturbo dello spettro autistico. Andando contro tutto e tutti i due sono partiti da Miami per arrivare in Brasile. La routine e gli schemi per gli autistici sono fondamentali: padre e figlio, però, non avevamo prenotato niente, erano totalmente liberi. Ed è stata l’esperienza più bella della loro vita dalla quale Andrea è tornato fiero di sé stesso, con tutt’altro spirito.
Partendo dal caso di Andrea, Ervas ha affrontato il tema dell’autismo facendo esempi sulle varie forme in cui questo disturbo del neurosviluppo si può presentare. Questo romanzo affronta, infatti, un tema di grande impatto: la vita con un figlio “diverso”, che è costretto ad affrontare la vita quotidiana entro determinate regole per lo più restrittive per la sua stessa salvaguardia (“non toccare quello” “non fare quest’altro” e via dicendo); ma nel viaggio tenuto con il padre, Andrea aveva come unica regola, soltanto quella di non scendere dalla moto mentre erano in corsa. Noi alunni abbiamo posto alcune domande soprattutto relativamente all’esperienza di empatia vissuta dall’autore che, narrando in prima persona, ha dovuto mettersi nei panni del papà e del figlio, ma anche in ordine alla percezione della diversità, in questo caso legata alla disabilità, che spesso è motivo di pregiudizi e stereotipi da parte della società più allargata. Il professore ha risposto alle nostre domande con gentilezza e profondità di vedute. Anche la Prof.ssa Nicolini ha espresso la sua opinione in merito, sollecitando noi giovani a portare in ambito educativo e sociale una nuova sensibilità. Entrambi hanno lasciato a tutti noi spunti di riflessione da integrare agli studi che stiamo affrontando sul vasto argomento dell’inclusione sociale di tutti i tipi di diversità.
Grazie Prof. Ervas e grazie Prof.ssa Nicolini!
Elena Giulianelli – Sofia Marotti, classe 5 sez. I del Liceo delle Scienze Umane