Visita alla Lega del filo d’oro
Lunedì 9 Dicembre 2019 è stata effettuata una visita di istruzione presso la struttura della Lega del filo d’oro di Osimo, sotto la guida del Dott. Renato De Santis.L’esperienza ha coinvolto studenti e studentesse delle classi quinte del Liceo delle Scienze Umane. La Lega del Filo d’oro è un’associazione ONLUS, fondata da Sabina Santilli, persona sordocieca dall’infanzia, attivista per i diritti dei sordociechi e dei pluriminorati psicoanalisi, per i quali ha voluto creare un “filo d’oro” per l’assistenza, l’educazione, la riabilitazione e il reinserimento in famiglia e nel contesto sociale di bambini, giovani e adulti disabili. Il principio ispiratore dell’iniziativa, infatti, è quello di dare vita a un filo prezioso che unisca il sordocieco con il mondo esterno. Il Dott. De Santis ha accolto noi studenti nella sala conferenze: dopo un’ampia introduzione e la condivisione del concetto di diversità come tratto distintivo proprio di ogni essere umano, a prescindere dalla norma, e quindi alla condivisione della limitazione come risorsa, abbiamo visitato la struttura, confrontando le conoscenze acquisite nel corso degli studi con l’osservazione di un ambiente a misura dei bisogni di sviluppo espressi dagli utenti del centro. Le conoscenze socio-psicopedagogiche sinora maturate, ci hanno permesso una corretta lettura, non solo delle terapie e delle tecniche pedagogiche ed educative utilizzate, ma anche delle scelte relative all’arredamento e alla struttura fisica dell’ambiente, totalmente adattato allo svolgimento delle attività degli ospiti, dai più piccoli, ai più ospiti. Il principio montessoriano ”Aiutami a far da solo” può essere perfettamente applicato alla pedagogia dell’architettura osservata, che fornisce all’individuo gli strumenti necessari per svolgere le attività, sviluppando non solo capacità, ma anche autonomia e indipendenza. Per aiutare i pazienti a muoversi in maniera autonoma e ad orientarsi all’interno della struttura,il personale educativo e medico ha affisso dei piccoli oggetti al di fuori delle stanze per indicarne la funzione, secondo il metodo della comunicazione oggettiva: ad esempio il cucchiaio per la cucina e il gomitolo per la stanza di lavorazione tessile. Un altro importante aspetto curato dai volontari per aiutare la persona ad esprimersi è il linguaggio Malossi, basato sul canale sensoriale del tatto ed utilizzato per consentire alla persona sordocieca di comunicare con il mondo esterno. Esso consiste nell’utilizzo della mano come mezzo di scrittura. L’esperienza non ha solamente contribuito all’ampliamento delle conoscenze, ma anche ad una riflessione personale facendoci confrontare con una realtà complessa e spesso lontana dall’esperienza quotidiana di ciascuno di noi, arricchendoci non solo culturalmente, ma anche umanamente. foto e video delle visita
di Giulia Campelli – 5^ sez. I