SERENDIPITÀ: UNA SCUOLA DINAMICA di Vera Guardabassi , classe 5 I
Lo scorso 18 novembre le classi quinte di Scienze Umane hanno avuto il primo degli incontri previsti all’interno del Progetto “Educ-Azione”. Questo progetto ha il duplice scopo di far conoscere a noi alunni, alcuni professionisti che operano nel campo dell’educazione e della formazione, ma anche di orientarci per le scelte che opereremo dal prossimo anno, relative al proseguimento degli studi o all’inserimento nel mondo del lavoro.
Il primo incontro è stato per tutti noi davvero coinvolgente, non solamente dal punto di vista cognitivo, ma anche da quello motivazionale, poiché ci ha coinvolto emotivamente in modo inaspettato, ma veramente autentico.
Emily Mignanelli, giovane pedagogista, fondatrice della “scuola-comunità” dinamica Serendipità di Osimo, ci ha letteralmente travolto, raccontando il personale drammatico vissuto adolescenziale che, attraverso percorsi contraddittori e diversi, l’ha condotta a scegliere di lavorare con i bambini, fondare una scuola “diversa” da quella tradizionale, dedicandosi a studi approfonditi e percorsi sperimentali tuttora in corso.
Dopo aver conseguito le lauree in Scienze della formazione primaria e Scienze pedagogiche, la specializzazione montessoriana presso la omonima fondazione a Chiaravalle, ora sta studiando per laurearsi in Psicologia. La scuola Serenedipità di Osimo, per bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni, copre i primi gradi di istruzione (scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado). Il nome indica letteralmente la capacità di interpretare un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi d’indagine. Emily ci ha spiegato che la scuola «è nata dalla ricerca e dall’approfondimento di correnti pedagogiche antiche che parlano di rispetto, fiducia e preparazione morale delle insegnanti dell’associazione Lilliput, che dal 2009 si occupa di sostegno alla genitorialità, formazione per genitori e insegnanti e attività educative permanenti per bambini». Le attività scolastiche si basano su un approccio educativo che si ispira alle teorie pedagogiche dell’attivismo che, oggi, vengono reinterpretate da Emily a partire da una visione “familiocentrica”, dal momento che l’emergenza educativa oggi è connessa allo stato di benessere o malessere dell’adulto, che ricade inesorabilmente sul bambino. Quindi il principio della scuola è quello di prendersi carico delle famiglie nel loro intero, a partire dall’appoggio ai genitori ed alle loro ferite emotive, perchè essere non ricadano come ulteriori traumi sui bambini.
La parola “dinamica” è per sottolineare il fatto che l’approccio educativo è in continuo movimento e che non utilizzano nessun metodo specifico, ma solo quello che viene alla luce attraverso i bambini. Emily ci ha spiegato che non ha “dichiarato fedeltà a nessun metodo” ma solo ai bambini, spiegando che i vari metodi nel tempo appresi vengono utilizzati in misura del reale bisogno di crescita e sviluppo dei bambini, e qualora non corrispondessero, è bene inventarne di nuovi! I metodi sono fatti di procedure e tecniche che si muovono tra ideologie e riflessioni, e sono utili fintanto che questi non vengono contraddetti dall’esperienza.
La dinamicità è anche sinonimo di relazione e, quindi, rappresenta anche la continua e costante attenzione che le maestre e gli insegnanti di Serendipità pongono nell’ascolto e nell’osservazione delle dinamiche tra adulti e sistemi familiari. L’organizzazione e la didattica della scuola richiederebbero un articolo supplementare e quindi ci limitiamo a inserire il link al sito della scuola:
http://www.tuttaunaltrascuola.it/osimo-ce-serendipita/
In conclusione riportiamo le parole che Emily stessa ci ha dedicato sulla sua pagina di Facebook e che ci hanno colpito per come hanno rappresentato la positività del nostro incontro.
Emily Mignanelli
18 novembre alle ore 11:38
VOLAT IRREPARABILE TEMPUS
Questa mattina ero a Recanati, a tenere una lezione per 3 quinte del liceo di scienze umane.
Mentre mi presentavano, li ho osservati, erano lì, io ero lì e ci siamo riconosciuti profondamente.
Ricordo bene la mia adolescenza e sono certa che siano in molti a ricordarsela.
Ricordo quella sfiducia verso gli adulti, incapaci di vedere, di riconoscere, di andare a fondo.
Ricordo quelle lezioni in cui veniva l’esperto, durante le quali l’entusiasmo scaturito dalla lezione saltata si trasformava in appassimento interiore.
Da lì sono partita, dal mio essere stata loro.
Per raccontare loro la scuola e quello che faccio, non potevo non partire dalla mia adolescenza, solo uno stolto separerebbe il vissuto, i processi esistenziali dai prodotti o dai successivi processi che ne hanno avuto origine.
E mentre raccontavo la mia ribellione, la mia gravidanza precoce, i miei amori e le mie fughe anche loro mi hanno riconosciuta e da lì, insieme, abbiamo trascorso 2 ore di rara bellezza.
A parlare di copioni di vita, di giudizio, di scuola, di scelte, di chi siamo, chi vorremmo essere e come qualcuno ci vorrebbe.
Hanno pianto alcuni, e ci è mancato poco che mi unissi a loro.
E alla fine erano tutti attorno a me, mi hanno accerchiata ed eravamo in silenzio, non c’era bisogno di parole.
Oggi, noi insieme, abbiamo unito profondamente le nostre sensibilità e abbiamo visto oltre.
Il tempo vola irreparabilmente e oggi, più che mai, questa frase che è incisa all’ingresso della loro scuola, da minaccia è diventata speranza e fonte di creatività.
Adoro i ragazzi, i bambini e la loro luce.
Adoro i professori che tra commozione e fatiche la tengono accesa.
Adoro noi esseri umani, e i nostri infiniti poteri di creazione di magia, incanto, bellezza e solidarietà.
Grazie infinite ragazzi, vi aspettiamo a scuola ♥️
Grazie a te Emily!