Eduardo Venturini vince una medaglia di bronzo alle IMO
Eduardo Venturini, neo diplomato del 5M, corona la sua carriera da Olimpionico della Matematica conquistando una medaglia di bronzo alle IMO (International Mathematical Olympiad), la più prestigiosa e difficile gara internazionale, alla quale hanno partecipato 6 studenti italiani selezionati durante l’anno attraverso gare e stage di formazione. La competizione, giunta alla sua sessantesima edizione, si è svolta quest’anno a Bath nel Regno Unito il 16 e 17 luglio. I 621 partecipanti si sono cimentati con la risoluzione di tre problemi al giorno potendo realizzare un punteggio massimo di 42 punti totali, 7 per ogni problema proposto. Eduardo ha sviluppato nel complesso 5 dei 6 esercizi proposti, alcuni in forma completa altri in forma meno completa (il tempo disponibile è di 4 ore e mezza per ogni sessione di esercizi, in media 1 ora e mezza a esercizio), totalizzando 21 punti, anche a seguito di una severa correzione da parte della commissione giudicatrice. Una medaglia di bronzo ampiamente meritata che non era mai stata vinta da uno studente del nostro Liceo.
Anche tutti gli altri componenti della squadra italiana si sono aggiudicati una medaglia: Massimiliano Foschi del liceo Galilei di Civitavecchia e Matteo Poletto del liceo Jacopo da Ponte di Bassano del Grappa hanno vinto un argento con 28 punti, mentre Bernardo Tarini del liceo Gramsci di Firenze, Matteo Palmieri del liceo Ferraris di Torino e Saro Passaro del liceo Volta di Milano, come Eduardo, con 21 punti si sono assicurati un bronzo classificandosi al 214-esimo posto. Grazie ai risultati individuali la squadra italiana si è classificata 27-esima su 112 nazioni partecipanti.
A conclusione del suo percorso scolastico e olimpionico abbiamo fatto ad Eduardo qualche domanda.
Che cosa puoi dirci della tua esperienza alle IMO?
L’esperienza è stata molto bella. La gara in sé, anche se abbastanza lunga e di una certa importanza, non si è rivelata particolarmente pesante. Siamo stati a Bath dal 14 al 22 luglio.
Oltre alle cerimonie di apertura e chiusura, più brevi di quanto pensassi, non vi erano altre attività obbligatorie; abbiamo avuto quindi molto tempo libero, che abbiamo impiegato fra tornei sportivi, visite a Bath e Oxford, riposo e conferenze di grandi matematici. Tutto ciò mi ha anche permesso di consolidare il rapporto con gli altri componenti della squadra italiana e di relazionarmi con concorrenti provenienti da paesi stranieri, scoprendoli molto più vicini a noi di quanto mi aspettassi.
Sei soddisfatto della tua prestazione?
Posso dirmi abbastanza soddisfatto della mia prestazione; questo “abbastanza” è inevitabile per qualsiasi concorrente che partecipa a gare di questo tipo perché a posteriori si riescono ad individuare soluzioni che durante la gara non si sono trovate. Tornando alla mia gara, era abbastanza improbabile che riuscissi a risolvere i problemi 3 e 6, mentre nei restanti 4 problemi ho ottenuto buoni risultati. Sicuramente concludere il problema 5, insieme a qualche punto in più per i risultati parziali, avrebbero migliorato il mio punteggio. Valutando le aspettative prima della gara, penso di esser andato leggermente meglio di quanto sperassi.
Nei tuoi cinque anni di liceo hai avuto un’attività piuttosto intensa in termini di competizioni matematiche e non solo. Come giudichi queste attività e la tua esperienza?
L’esperienza “olimpica” è stata sicuramente fra le più importanti che ho vissuto. Al di là dei risultati, che comunque danno molta soddisfazione, la partecipazione a gare di questo tipo ha veramente molto da offrire. Dal punto di vista didattico, oltre alle conoscenze, non tutte applicabili, si acquisiscono competenze e capacità logiche spendibili in ogni campo. Si conoscono molte persone, alcune in modo più superficiale, mentre con altre si condivideranno un gran numero di stage ed eventi, dando anche un gran valore sociale a questa esperienza. Infine si aprono nuove finestre verso il futuro, grazie al contatto con persone e organizzazioni che indirizzano verso università d’eccellenza e, più in generale, verso opportunità abbastanza esclusive.
Come hai fatto a raggiungere tali risultati?
Come viene spesso ripetuto dagli organizzatori alle nuove reclute: “lavoro, lavoro, lavoro”. Sicuramente una predisposizione è di aiuto, ma è con l’esercizio che, come nel mio caso, si può passare da un punteggio scarso nella gara d’istituto del primo anno di liceo ad una medaglia in una gara internazionale. Detto così è forse un po’ eccessivo, dato che, se distribuito nell’arco di alcuni anni, è sufficiente anche un’ora al giorno di allenamento, con periodi più intensi ed altri in cui ci si riposa. In ogni caso, svolgere esercizi non deve essere pesante: si tratta di un ragionamento creativo e per niente meccanico, impossibile da portare avanti controvoglia. Per questo la passione per la matematica, che spesso va di pari passo con il miglioramento delle capacità, è il requisito fondamentale per il successo in queste gare.